Sala cinematografica o Smartphone? Christopher Walken non ha dubbi

In Sardegna per il Filming Italy Sardegna Festival, Christopher Walken ha affrontato uno dei temi più caldi e attuali del momento: la differenza tra la visione in sala e quella da casa.

Negli scorsi mesi abbiamo osservato numerosi attori e registi esprimersi su questo delicato argomento della cinematografia contemporanea, che continua a caratterizzare l’appassionato dibattito tra gli appassionati della settima arte, tra i quali molte celebrità dello spettacolo.

Christopher Walken in Prova a Prendermi (2001), Notizie.top

Spesso, questa frattura di opinioni, si concretizza in un vero e proprio scontro tra generazioni, in cui i veterani della visione in sala, ne esaltano i pregi, attaccando aspramente la tendenza ormai diffusa di godersi un lungometraggio comodamente seduti sul proprio divano.

La presa di posizione di Walken

Durante il suo intervento, Walken ha affermato: “Quando ero ragazzo con mezzo dollaro potevi vedere dieci cartoni animati e te ne stavi così tre o quattro ore in sala con l’ aria condizionata che in casa non avevi. Oggi, invece, puoi vedere un film anche sullo smartphone, una cosa che non mi piace. Meglio la sala buia”. L’interprete del padre di Leonardo Di Caprio in Prova a Prendermi (2001), ha preso posizione in maniera piuttosto perentoria, ma si è astenuto dal portare avanti una vera e propria guerra ideologica nei confronti dei moderni approcci al cinema.

L’aneddoto su Tarantino e il criterio per scegliere i ruoli

Nel corso della serata, Walken ha anche citato il suo amico Quentin Tarantino, con il quale ha collaborato ai tempi di Pulp Fiction (1994): “In genere, Quentin Tarantino, con cui ho fatto due film, consegna tre mesi prima di girare un dettagliato script. Ora sapete di quante pagine è composto questo monologo? Ben otto e ogni volta che cercavo di portarlo a termine scoppiavo a ridere. È stato davvero difficile anche perché è stata l’ultima scena da girare”.

Christopher Walken in Pulp Fiction (2001), Notizie.top

Infine, Christopher ha simpaticamente concluso l’incontro, con un aneddoto sul criterio con cui accetta o meno un ruolo: “Intanto va detto che gli attori non scelgono i film, ma in genere valutano solo quei lavori che gli propongono. Certo è importante il regista che ti dirige, ma anche la location. Se ti dicono ad esempio che un film si gira al Polo Nord dici un secco no. Se ti dicono che la location è la Sardegna, dici un forte sì”.