In un primo momento era stato dichiarato morto, poi la smentita per via di un “miracolo”: la commovente storia che ha visto come protagonista Sammy
Se non è un miracolo allora poco ci manca. Fatto sta che il giovane Sammy Barko ha potuto finalmente riabbracciare i suoi genitori. Gli stessi che avevano perso, oramai, ogni speranza per lui. Purtroppo la sua vicenda rimane tragica. Il ragazzo, 16 anni, un giorno si era arrampicato fino a sopra alla cima di una parete rocciosa. Poi la caduta.
Il personale sanitario, per ben due ore, ha cercato in tutti i modi di farlo ritornare in vita. In particolar modo fargli battere il cuore. Purtroppo, però, la vittima non rispondeva. Fino a quando non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Fino a quando, proprio nel Missouri (Stati Uniti D’America) non è avvenuto il miracolo. Lo stesso che ha lasciato i medici senza parole, figuriamoci i genitori del ragazzo.
Cinque minuti. Trecento secondi. Questo il tempo in cui Sammy è morto. Poi, miracolosamente, il suo cuore ha ritornato a battere come prima. Un qualcosa di davvero inspiegabile. Al ragazzo fu diagnosticata una condizione cardiaca genetica, chiamata tachicardia ventricolare polimorfica catecolaminergica. Purtroppo molto famosa in bambini sani. Una malattia che tende a colpire una persona su 10mila.
Se la stessa non viene trattata si può andare incontro anche ad un arresto cardiaco. Il resto della famiglia di Sammy è stato sottoposto a vari testi del DNA. Ed i risultati parlano fin troppo chiaro: sia il fratello Frankie e la mamma, Jennifer Berko, 45 anni, soffrono di questa patologia. Una storia che la madre, nota ed ex conduttrice televisiva, ha voluto raccontare al magazine “People“, spiegando davvero cosa è accaduto.
L’invito della donna è rivolto a quelle persone che sanno di avere soggetti che hanno questa malattia. Ha spiegato che la stessa deve essere trattata e non trascurata. Queste sono le sue parole a riguardo: “Ci sono troppi bambini che vanno in giro con problemi cardiaci e non ne hanno idea. E in qualsiasi momento la vita potrebbe essere loro strappata via”. Quando i medici le dissero che suo figlio non c’era più le era crollato inevitabilmente il mondo addosso.
“Ci dispiace tanto, non possiamo fare nient’altro‘”, ricorda benissimo quelle parole il padre del ragazzo, Craig Berko, 47 anni. Poi, dopo cinque minuti, il miracolo. Lo ha visto muoversi. L’uomo chiamò un medico. Quest’ultimo provò a rincuorarlo dicendogli che, molto probabilmente, si trattava di un riflesso. tutt’altro: Sammy era ritornato a vivere. Il collo del ragazzo stava diventando viola e il suo battito cardiaco normale.
Subito è stato portato d’urgenza al reparto di terapia intensiva pediatrica. Ha trascorso otto settimane al Texas Children’s Hospital, poi al TIRR Memorial Herman dove è stato sottoposto ad altri 58 giorni di riabilitazione. Responso? Sammy aveva subito una serie di piccoli ictus e una grave lesione alla spina dorsale. Il suo corpo, però, aveva inviato ossigeno al cervello e non alla colonna vertebrale. Inspiegabilmente. Ora il 16enne è paralizzato dalla vita in giù, anche se ha un po’ di sensibilità e alcuni muscoli che si attivano, ma non abbastanza.
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