Sandra Milo torna al centro dell’attenzione, questa volta la nota attrice è stata però vittima degli haters e delle loro critiche.
Non ha certamente bisogno di presentazione la nota attrice italiana che con i suoi film e la sua televisione continua ancora oggi ad essere uno dei volti di maggiore successo dello spettacolo italiano.
Eppure, il motivo per cui finisce al centro dell’attenzione ha poco a che fare con la sua carriera e infatti si è trattato di un vero e proprio scontro a distanza con gli haters sui social che hanno duramente attaccato la bionda dopo il servizio fotografico pubblicato sulla rivista Flewid Book, che immortala l’attrice in costume e le gambe scoperte.
Lo scopo era infatti quello di celebrare il mese del Pride e dell’inclusività in tutte le sue forme: dalla disabilità, al gender fluid, passando per le taglie plus size. Eppure questo obbiettivo che da una parte pare essere stato raggiunto, ha anche travolto l’attrice di critiche, davanti alle quali però non è rimasta in silenzio.
Insomma si è davvero trattato di un momento incresciosa per la nota attrice che proprio nei giorni scorsi si era mostrata con le gambe scoperte a favore dell’inclusione in un servizio fotografico, lo stesso che ha scatenato l’ira degli haters.
In pochissimo tempo infatti sulla sua pagina Instagram è arrivata una pioggia di critiche che l’hanno letteralmente travolta costringendola anche a rispondere a tono, ma sempre con la nota eleganza che la contraddistingue.
“Oggi mi vedo costretta, mio malgrado, ad aggiungere una postilla a quanto pubblicato ieri per far sì che coloro i quali, un numero ristretto per fortuna, qui o nel profilo di @grazia_it che lo ha condiviso hanno equivocato il senso del messaggio, non cadano in errore, dandogli una valenza che non gli appartiene” queste sono le parole che scrive l’attrice che poi aggiunge: “È stato frainteso il messaggio di body positivity che volevamo veicolare nel progetto. Alcuni hanno sollevato una polemica sterile, riducendo il tutto solo al tema della maturità surrogata, altri mi hanno tacciata di essere un’egocentrica novantenne, tutta rifatta e piena di filtri, che dovrebbe fare solo l’anziana (citazione testuale). Mi rivolgo ora a quelli che mi scrivono che dovrei fare solo la pensionata e badare ai nipoti, lasciando spazio alle nuove generazioni (beninteso, nessuno glielo vuole togliere): io sono stata solo un mezzo, un tramite, come rappresentante della terza età, attraverso il quale rivendicare il diritto di essere riconosciuti e accettati dalla famiglia, dalla società, dall’altro da sé, dalle istituzioni, dal sistema giuridico. Non bisogna essere necessariamente giovani, magri, bianchi, eterossesuali, privi di disabilità per sentirsi parte di un tutto. Noi siamo, noi contiamo e questo ci deve essere concesso. Il mondo non si divide in categorie, in compartimenti stagni nei quali relegare chi è diverso, nella migliore accezione del termine, da noi. Aprite la mente!”.
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