Nella “distorsione mediatica” di questi ultimi anni secondo alcuni anche la produzione della birra può essere dannosa per l’ambiente, ma la verità è un’altra
Senza ombra di dubbio la birra è la bevanda più diffusa sul pianeta e ha origini molto antiche. In Italia le origini birraie risalgono agli Etruschi che fecero conoscere la birra ai vicini Romani, tant’è che si trovano indicazioni relative alla birra in numerosi scritti latini, che ne esaltano le qualità. Dopo tanti anni la birra risulta essere una bevanda più che mai attuale, che ha saputo rimodernarsi, senza rivoluzionarsi, nell’arco di millenni.
Alla massiccia produzione di anidride carbonica da parte dell’uomo nelle sue attività sul pianeta viene attribuita la maggior parte delle responsabilità per i tanti problemi ambientali che sembrano affliggere la Terra, ma che anche la produzione della birra potesse influenzare l’ambiente dove viviamo probabilmente non aveva pensato mai nessuno.
Orzo, luppolo, malto, acqua e lievito sono la perfetta combinazione per ottenere una delle bevande più consumate e apprezzate al mondo. Il fatturato supera i 2 miliardi di euro ed è in crescita del +1,5, complice la dinamica inflattiva che ha colpito anche questa categoria. Grossi fatturati corrispondono a grosse produzioni, e in questo periodo è di fondamentale importanza cercare di minimizzare l’impatto ambientale anche di una delle più amate non solo dagli italiani, ma nel mondo. I pochi ingredienti necessari alla sua produzione potrebbero far pensare a un processo semplice e poco costoso, in realtà è complesso, soprattutto perché ha bisogno di precisione e cura. La Brewhouse (il nome del processo di produzione della birra) parte dalle materie prime per arrivare al mosto luppolato che in seguito alla fermentazione si trasformerà in birra. Questo comporterà un elevato consumo energetico. La produzione di calore dall’industria, in generale, può rappresentare circa il 10% dell’inquinamento globale.
La produzione di calore dell’industria della birra può rappresentare circa il 10% dell’inquinamento globale da anidride carbonica. “Per decarbonizzare l’industria, dobbiamo decarbonizzare il calore”, ha spiegato Addison Stark, amministratore delegato e cofondatore di Atmos Zero, una startup che sfruttando il calore dell’aria riesce a trasformarlo in vapore decarbonizzato. Per far questo ha creato caldaie elettrificate modulari, diverse da quelle già esistenti perché utilizzano la tecnologia della pompa di calore, ottenendo risultati più efficienti, oltre che un risparmio significativo. Già alcuni birrifici stanno pensando di sostituire le vecchie caldaie alimentate a gas con queste di nuova generazione, speranzose che questo avvicinerà l’azienda a un notevole risparmio in termini di inquinamento.
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