La frutta con un indice glicemico basso o medio, aiuta il nostro corpo a non intasarsi di zuccheri e l’organismo a bruciare da solo i chili in più
“ Non mangio niente, ma non dimagrisco”, quante volte abbiamo sentito questa frase, o l’abbiamo pronunciata noi stessi? Il “ non mangiare niente” non va bene, e comunque non risolve affatto il problema del perdere peso, anzi, a volte potrebbe peggioralo.
Gli errori che commettiamo a tavola infatti possono rallentare il metabolismo e provocare sovrappeso, per esempio, la frutta mangiata a fine pasto potrebbe causare fermentazioni intestinali, gonfiori e acidità di stomaco. Ma allo stesso tempo, associata agli altri alimenti, andrebbe a innescare un processo di rallentamento dell’assorbimento degli zuccheri in essa contenuti.
Il dilemma della frutta ai pasti
Nella frutta c’è il fruttosio che, pur non essendo dannoso come lo zucchero raffinato, rappresenta un ostacolo alla perdita di peso. Per questo si consiglia, mangiando la frutta a stomaco vuoto, di abbinarla a un grasso “buono” tipo due o tre mandorle o uno yogurt intero, in questo modo si eviterà il picco di zuccheri nel sangue. L’ideale sarebbe consumare frutti interi e con la buccia. La buccia, infatti, è la parte del frutto più ricca di fibre. Le fibre regolano l’assorbimento di grassi, colesterolo e zuccheri. Il fatto è che è necessario valutare il pasto nel dettaglio degli alimenti assunti. L’unico modo per dimagrire, comunque, è creare un deficit energetico efficace tra l’apporto calorico dei cibi assunti quotidianamente e i consumi metabolici aumentando un poco l’attività fisica e alzando di conseguenza il metabolismo.
L’indicazione di massima è non più di 2 porzioni di frutta al giorno, corrispondenti ciascuna a una mela, pera o arancia o a due frutti piccoli, come susine e mandarini. Ma ogni varietà di frutta ha un determinato indice glicemico, il valore che indica la rapidità con la quale lo zucchero entra nel circolo sanguigno, fa alzare la glicemia e di conseguenza aumenta la fame e i depositi di adipe. L’Indice Glicemico (I.G.) di un alimento si considera “basso” se inferiore a 55 I.G., medio se compreso tra 55 e 70 I.G., elevato se superiore a 70 I.G..
L’indice glicemico giusto
Per questo tra i vari tipi di frutta andranno privilegiati i tipi con I.G. medio o basso. Vediamo innanzitutto la frutta che sarebbe meglio evitare se vogliamo dimagrire.
Mango: è ricco di calorie e carboidrati, anche se recenti studi lo rivalutano a fronte di un grado di soddisfazione e senso di pienezza molto elevato.
Avocado: l’avocado potrebbe essere paragonato alle nostre olive, perché entrambi ricchi di grassi sani, come l’acido oleico monoinsaturo, anche se rispetto a queste contiene circa il 30% di calorie in più. E’ comunque un frutto molto apprezzato per i suoi molteplici benefici metabolici.
Banane: sono effettivamente un frutto molto calorico, però con un elevato potere saziante, utile a contenere la fame
Uva: contiene molti zuccheri, perciò, se non consumata con moderazione potrebbe davvero far ingrassare. Però è un modo per mangiare qualcosa di dolce in sostituzione di un dolcetto o del classico cioccolatino!
La frutta inoltre, essendo molto di ricca di acqua, favorisce l’idratazione del corpo soprattutto nei periodi estivi e durante le attività sportive. Gli eccessi sono comunque sempre sconsigliabili: una dieta a base di frutta non solo non è utile per la nostra salute, ma non è neppure dimagrante.