Sono cambiati i parametri che stabiliscono quando una persona può a tutti gli effetti definirsi obesa: ecco le novità.
Pare proprio che le cose stiamo per cambiare almeno per quello che riguarda l’indice di massa corporea che dopo tanti anni di servizio, pare andare verso la fine del suo utilizzo per indicare il peso corporeo di uomini e donne.
Ad avere chiesto questo cambiamento sono stati gli esperti della Società Italiana di Endocrinologia (SIE) in occasione del congresso nazionale a Roma, sulla base di un recente studio americano presentato al meeting annuale dell’Endocrine Society appena chiuso a Chicago.
“Secondo i dati della ricerca l’utilizzo esclusivo del BMI porterebbe a classificare erroneamente come non ‘obesi’ milioni di americani perché basare la diagnosi di obesità solo su questo parametro biometrico, espresso come il rapporto tra peso e altezza, conduce a sbagliare meta’ delle diagnosi e a sottovalutare il peso nel 53% dei casi e, di conseguenza, a trascurare interventi terapeutici e cambiamenti nello stile di vita necessari per la salute” queste le parole di Anna Maria Colao, presidente SIE e ordinario di Endocrinologia all’Università Federico II di Napoli.
Insomma pare proprio che i criteri per stabilire quanto una persona si può considerare obesa oppure no siano cambiati rispetto al passato e infatti gli specialisti della Società Italiana di Endocrinologia hanno proposto di integrare: “il BMI con altri parametri, in particolare con la valutazione del grasso viscerale tramite la misura del giro vita e la stima della composizione corporea misurata dal plicometro” e ancora: “I limiti e l’enorme numero di abbagli del BMI come unico parametro per la diagnosi di obesità sono stati evidenziati da uno studio della Rutgers University su 9.784 adulti di eta’ compresa tra i 20 e i 59 anni, classificati come obesi sulla base dei risultati di un esame chiamato “assorbimetria raggi x a doppia energia” (DEXA), in grado di stimare accuratamente la composizione corporea”.
Quindi per capirci meglio, con questo nuovo criterio, dai risultati è venuto fuori come il 53% dei soggetti non si può in nessun modo considerare obeso e quindi è assolutamente lontano dalla diagnosi in questione, senza contare il fatto che meta dei partecipanti a questa ricerca hanno avuto come risultato un falso negativo.
“In pratica, una volta considerati entrambi i criteri, BMI e circonferenza vita, solo il 31% delle persone obese è ‘sfuggito’ alla diagnosi. Il principale limite del BMI è che non distingue tra acqua, massa ossea, massa muscolare e tessuto grasso ne’ tra accumulo di grasso viscerale, la cosiddetta ‘pancetta’, e grasso sottocutaneo, non tenendo cosi’ conto dell’influenza di genere”hanno infine concluso gli esperti.
Per capirci ancora meglio, le donne hanno più grasso sottocutaneo rispetto agli uomini e in genere è sempre localizzato sui fianchi e sulle cosce, particolare che è certamente meno dannoso rispetto a quello che può essere il grasso addominale che in genere i maschi accumulano maggiormente.
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