Serie A, le squadre avevano colori diversi! Ecco com’erano le prime maglie…

Nel corso della storia sono cambiate le tonalità delle divise dei club italiani: gli aneddoti che hanno portato ai cambi…

Ci sono squadre che sono sempre state fedeli ai propri colori, altre che li hanno cambiati nel corso della loro storia a causa di aneddoti molto particolari. Il primo esempio, molto conosciuto, è quello della Juventus. All’inizio i colori sociali non erano il bianco e il nero, ma il rosa e il nero sulla scia dei colori del liceo classico Massimo D’Azeglio. Su spunto di John Savage, cioè il primo calciatore straniero della Juve, il club nel 1903 passò al bianconero del Notts County.

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Ecco com’erano le maglie delle squadra di Serie A (Ansa Foto) – Notizie.top

L’Atalanta, invece, venne fondata nel 1907 e aveva delle maglie bianconere. La Bergamasca, al contrario, aveva maglie bianche e blu: il nerazzurro, insomma, è il frutto della fusione dei due club. Le curiosità appartengono anche al Cagliari, tornato in Serie A dopo un anno di B. I sardi inizialmente erano bianchi per “colpa” del fondatore del club, che era un medico: nel 1920, in occasione degli esordi, vennero infatti riadattati dei camici e usati come maglie. L’Empoli in principio aveva una maglia rossa con pantaloncini neri e calzettoni rossi. Il colore è tornato nelle terze maglie degli anni recenti.

Il Torino aveva strisce arancio-nere, il Sassuolo era giallorosso

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Il Torino non è sempre stato granata… (Ansa Foto) – Notizie.top

La storia del passaggio al viola della Fiorentina è tra le più note: dal 1926 al 1929 la maglia dei toscani era bianca e rossa, unendo i colori del Centro Sportivo Firenze e della Palestra Toscana Libertas. Successivamente il presidente Ridolfi individuò nel viola il colore giusto per la Fiorentina. Il motivo? Rimase colpito dalle maglie degli ungheresi dell’Ujpest. E ancora: il Frosinone (altra squadra tornata in A) non era giallo e azzurro, ma rosso e blu. Soltanto dopo si passò a una combinazione di colori affine a quelli dello stemma della Provincia, inserendo anche il leone nello stemma. Il Genoa vestiva di bianco, con calzettoni e calzoncini neri, dopo divenne bianco e blu e venne definita l’attuale combinazione. I colori scelti rappresentano un riferimento alla bandiera britannica con cui i soci resero omaggio alla Regina Vittoria nell’anno della sua morte.

Andando avanti, il Lecce nelle prime uscite non era giallorosso ma aveva come colori sociali il bianco e il nero. Il cambio ci fu nel 1929. Il Monza era celeste nel 1912, “grazie alla partita di tessuto messa a disposizione da un mercante di telerie di Via Porta Lodi”. Il bianco e rosso vennero scelti dal 1928-29. La Salernitana nacque biancoceleste, in qualche stagione giocò con maglie a strisce celesti e nere, poi anche in granata, colore che venne ripreso definitivamente dal 1943. Il Sassuolo negli anni ’20 era una realtà del calcio dilettantistico emiliano ed era giallorosso: il neroverde è diventato un marchio di fabbrica dal 1970 in poi. Anche il Torino non è sempre stato granata: inizialmente si optò per le strisce arancio-nere che contraddistinguevano la FC Torinese, una delle società implicate nella nascita del Toro stesso.