Per quanto tempo ancora si potrà usufruire dello smart working e quale sono le categorie che ne possono beneficiare?
Lo smart working è stato prolungato per volere del Senato che ha approvato il disegno di legge che ha a che fare con la conversione del Decreto Lavoro e che riguarda i lavoratori super fragili fino al prossimo 30 Giugno.
Nello specifico la proroga è fino al 31 dicembre del 2023 per i dipendenti del settore privato. È stata però applicata una modifica rispetto al primo emendamento concordato dalla decima commissione del Senato.
Ma non finisce qua, questa proroga riguarda anche i genitori che hanno un figlio minore di 14 anni, gli stessi avranno la possibilità di usufruire dello smart working fino alla fine dell’anno. Entriamo però nel particolare e cerchiamo di scoprire qualche cosa in più.
Smart working, proroga fino a Settembre 2023: le novità
“La proroga in questione riguarda i genitori di minori di 14 anni che potranno usufruire dello smart working fino a fine anno. Inoltre il lavoro agile dev’essere compatibile con la professione del soggetto in questione e l’altro genitore, se presente, non dev’essere beneficiario di ammortizzatori sociali o non deve lavorare. Sarà il medico ad accertare che il dipendente sia particolarmente esposto al rischio di contagio da Covid-19 a causa dell’età o dell’immunodepressione tipica di patologie oncologiche oppure dallo svolgimento di terapie salvavita”.
Queste sono le novità che hanno a che fare con la proroga dello smart working che andrà avanti al momento fino al 30 Settembre 2023, ma la grande novità è quella contenuta nel diritto al lavoro per i dipendenti del settore pubblico e di quello privato che sono affetti da patologie croniche considerate gravi e con un compenso clinico scarso. Inoltre, all’interno della norma, si parla anche di particolari connotazioni di gravità le quali specificate nel decreto ministeriale dedicato ai super fragili del 4 febbraio 2022.
“Questa tipologia di lavoratori ha il diritto di poter svolgere la prestazione in modalità agile e nel caso in cui non fosse compatibile con la loro mansione il datore di lavoro dovrà modificare la stessa senza diminuire la retribuzione del dipendente. Questa specifica è prevista dall’articolo 1, comma 306, della legge di Bilancio 2023” conclude infine la nota ufficiale.