Lo studio condotto dalla ricercatrice dell’Università di Basilea ha spiegato il legame che c’è tra i neonati e lo smog assorbito in gravidanza
Quello dello smog è un disagio sempre più presente e un recente studio ha rivelato gli effetti che può avere anche sui neonati, quando le loro mamme in gravidanza lo respirano. Infatti uno studio condotto da una ricercatrice dell’Università di Basilea, ha rivelato un legame tra l’esposizione all’inquinamento atmosferico durante la gravidanza e le alterazioni nelle proteine rilevabili dopo la nascita.
Il lavoro condotto da Olga Gorlanova, medico ricercatore presso l’Ospedale Universitario per l’Infanzia dell’Università di Basilea, riporta AGI, ha dimostrato che anche i neonati nati in salute avevano risposte individuali e diverse all’esposizione delle loro madri all’inquinamento atmosferico durante la gravidanza. Ricerche precedenti condotte da Gorlanova e dal suo team avevano già evidenziato come l’esposizione all’inquinamento atmosferico durante la gravidanza potesse influenzare la funzione polmonare e il sistema immunitario dei neonati.
L’esposizione al NO2 è stata correlata a una diminuzione dell’attività delle proteine SIRT1 e IL-8, e a un aumento dei livelli della proteina Beclin-1. “I nostri risultati indicano che il NO2, un inquinante principalmente derivato dalle emissioni del traffico, è associato a livelli più elevati della proteina Beclin-1, che svolge un ruolo centrale nell’avviare l’autofagia. L’esposizione a livelli più alti di NO2 è stata anche correlata a livelli ridotti di SIRT1, una proteina che svolge un ruolo protettivo nella resistenza allo stress, nell’infiammazione e nell’invecchiamento. IL-8 è una proteina attiva in alcune cellule infiammatorie”, ha dichiarato il Dr. Gorlanova.
“I neonati sono stati suddivisi in quattro gruppi distinti in base ai livelli di inquinamento atmosferico a cui erano stati esposti nel grembo materno – ha proseguito – I quattro gruppi avevano concentrazioni simili delle proteine in studio, ma differivano per l’esposizione all’inquinamento atmosferico da NO2 e PM10. Un gruppo aveva basse concentrazioni di nove proteine, mentre un altro gruppo, composto dal sette per cento di tutti i neonati, aveva livelli più elevati di proteine coinvolte in processi infiammatori e di rimodellamento: IL-8 e IL-1B. Entrambi questi gruppi di neonati erano stati esposti a livelli inferiori, sebbene diversi, di inquinamento atmosferico prenatale rispetto agli altri due gruppi. I nostri risultati suggeriscono che i neonati in salute hanno un modello di risposta individuale all’inquinamento atmosferico. Crediamo che ciò possa essere un’indicazione che alcuni neonati siano più vulnerabili di altri”.
“Inoltre, il nostro lavoro si aggiunge al crescente corpus di prove che meccanismi correlati all’autofagia possono essere coinvolti nella reazione delle cellule umane all’inquinamento atmosferico – ha concluso – Le scoperte sono in linea con le evidenze provenienti dalla ricerca su tessuti e animali. Approfondire ulteriormente questi meccanismi potrebbe contribuire a comprendere meglio gli effetti deleteri dell’inquinamento sugli infanti.”
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