I promotori dello studio sostengono che i social media abbiano contribuito al peggioramento della crisi della salute mentale, portando anche a un aumento dei comportamenti suicidi tra i giovani
I social media possono avere effetti profondamente dannosi per i bambini e i ragazzi. A lanciare l’allarme è il “Surgeon general”, il responsabile della salute pubblica Usa Vivek H. Murthy, che in un rapporto di 19 pagine ha spiegato che non ci sono prove sufficienti per determinare se i social media siano abbastanza sicuri per i più giovani, ma al contrario ci sono ampi indicatori secondo cui possono presentare un profondo rischio di danni alla salute mentale e al benessere di bambini e adolescenti.
Democratici e repubblicani americani si sono uniti per presentare al Senato degli Stati Uniti una proposta di legge bipartisan, chiamata ‘Protecting Kids on Social Media Act’, che mira a proteggere i minori dagli effetti negativi dei social media. Secondo il provvedimento, i bambini sotto i 13 anni saranno banditi dalle piattaforme di social media, mentre quelli tra i 13 e i 17 anni dovranno ottenere il consenso dei genitori prima di creare un account.
Quante volte abbiamo criticato i social network, che intrappolano i nostri ragazzi ore e ore davanti a uno schermo, estraniandoli dalla società e quante volte siamo stati costretti a riprendere direttamente i nostri figli completamente assorti dall’aggiornare il proprio profilo social. Ora a metterlo nero su bianco in maniera ufficiale è stata la massima autorità sanitaria americana. “Siamo nel bel mezzo di una crisi nazionale della salute mentale dei giovani e temo che i social media siano uno dei principali fattori di questa crisi, qualcosa che dobbiamo affrontare con urgenza”, ha detto il massimo funzionario statunitense che si occupa di sanità pubblica Vivek Murthy che in un rapporto definisce necessarie ulteriori ricerche per “comprendere meglio gli effetti dei social network“ sui giovani, affermando allo stesso tempo che ci sono “prove considerevoli che possono avere conseguenze negative.
Murthy ha invitato i responsabili politici, le aziende tecnologiche, i ricercatori e i genitori a cominciare ad agire con urgenza per proteggersi dai potenziali pericoli perchè “gli adolescenti non sono solo degli adulti più piccoli, sono invece in una fase di sviluppo diversa, e in una fase critica dello sviluppo del cervello”. Negli Stati Uniti è stata presentata una proposta di legge per vietare del tutto l’uso dei social network al di sotto dei 13 anni, perchè i promotori della legge sostengono che i social media abbiano contribuito al peggioramento della crisi della salute mentale negli Stati Uniti, portando anche a una recrudescenza dei comportamenti suicidi tra i giovani. Alcuni studi hanno collegato l’uso dei siti di social network allo sviluppo di sintomi depressivi in quanto spingerebbero gli adolescenti a confrontarsi minando la loro autostima e in questo le ragazze giovani possono essere ancora più vulnerabili. Sempre secondo una ricerca citata da Murthy, l’uso di queste piattaforme le espone a un rischio maggiore rispetto ai ragazzi di subire cyber-bullismo o addirittura di sviluppare disturbi alimentari, mentre tutti i giovani possono essere esposti a contenuti “pericolosi”, come atti violenti o sessuali.
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