Solstizio d’estate: ecco il giorno più lungo dell’anno

Il solstizio d’estate, cioè il giorno più lungo dell’anno nonché un momento astronomico che darà il via alla stagione estiva

Il solstizio estivo segna l’inizio ufficiale dell’estate astronomica che si verifica una volta l’anno nell’emisfero boreale (a giugno) e una seconda volta nell’emisfero australe (a dicembre). Durante il solstizio di giugno il Circolo Polare Artico è irradiato dai raggi solari mentre il Circolo Polare Antartico è al buio.

Rappresenta il primo giorno della stagione estiva ed è caratterizzato dalla massima durata di luce durante l’anno. Da questo momento in poi, le giornate iniziano a diminuire gradualmente fino al solstizio d’inverno.

La particolare posizione del sole

Durante il solstizio estivo, il sole si trova allo Zenit, nel punto più alto del cielo, lungo il Tropico del Cancro, a mezzogiorno. Tra il Circolo Polare Artico e il Polo Nord, il sole non tramonta, regalando un’intera giornata di 24 ore di luce. Durante i solstizi, quindi, il Sole arresta il suo moto in declinazione e gli antichi chiamarono per questo quei due giorni “Solis statio” cioè “fermata del Sole”. ll solstizio d’estate è il momento nel quale i raggi solari raggiungono l’emisfero nord con il minimo dell’inclinazione e per maggior tempo, e quello sud con il massimo dell’inclinazione. Questo è dovuto al fatto che l’asse terrestre è inclinato di 23° rispetto alla perpendicolare al piano dell’orbita. Proprio questa particolare inclinazione determina l’alternarsi delle stagioni nel corso dell’anno.

Nell’antichità i popoli consideravano il solstizio d’estate come un momento di rinascita e uscita dal buio per ritornare alla luce. Anche la natura, dopo il grigiore dell’inverno comincia a rinascere con profumi e colori. Molti avevano riti legati al ciclo dell’agricoltura e della natura: il periodo per eccellenza in cui raccogliere le erbe spontanee e le piante officinali da utilizzare nelle pratiche curative e medicamentose.
Oggi non festeggiamo più, apprezziamo il fenomeno astronomico e ci accorgiamo, a stento, di godere di un maggior numero di ore di luce.

Il motivo per cui arriva sempre il 21 giugno

Il solstizio ritarda di circa sei ore ogni anno (esattamente 5 ore, 48 minuti e 46 secondi), salvo subire un nuovo riposizionamento indietro ogni quattro anni, in conseguenza sono stati introdotti gli anni bisestili, per evitare un progressivo disallineamento delle stagioni con il calendario. Questo è anche il motivo per cui il solstizio d’estate cade quasi sempre il 21 giugno e il solstizio invernale cade il 21 o al più tardi, il 22 dicembre. “Le antiche culture sapevano che il percorso del Sole attraverso il cielo, la lunghezza della luce del giorno e la posizione dell’alba e del tramonto cambiavano in modo regolare durante l’anno. Inoltre, le persone costruirono monumenti, come Stonehenge, per seguire il progresso annuale del Sole, per adorarlo e per prevederne i movimenti“, spiega la NASA, l’inclinazione dell’asse terreste di 23,5˚ rispetto alla linea Sole-Terra e il moto attorno al Sole determinano l’evento astronomico più atteso dell’anno. “Durante il solstizio di Giugno rispetto a qualsiasi altro periodo dell’anno, il polo nord è inclinato più direttamente verso il Sole e il polo sud è inclinato più direttamente lontano dal Sole. Di conseguenza, tutte le località a nord dell’equatore vedono giorni più lunghi di 12 ore e tutte le località a sud vedono giorni più brevi di 12 ore“.

Stonehenge un sito astronomico

Infatti, per molti studiosi Stonehenge rappresenta un “antico osservatorio astronomico”, con un significato particolare per solstizio ed equinozio, ma l’importanza del suo uso per tale scopo è dibattuta, tanto che sono attualmente in corso diverse ricerche e analisi per stabilirne le origini e gli scopi. Anche adesso, nei giorni intorno al solstizio d’estate si tengono antiche feste per celebrare il Sole. A volte riproposte solo per i turisti, si concentrano in particolar modo nella notte fra il 23 e il 24 giugno, conosciuta come Notte di San Giovanni, o anche Notte delle Streghe. Altre volte sono veri e propri riti propiziatori per aumentare la fecondità, non soltanto del raccolto. In alcune regioni d’Italia si mette sul davanzale una bacinella piena d’acqua e di corolle di fiori e di erbe spontanee per tutta la notte, alla luce della luna. Il giorno dopo si usa l’acqua di San Giovanni per lavarsi mani, piedi e viso. Lo scopo comune a tutti questi “ riti” è quello di purificarsi e creare un nuovo inizio.

Di solito si accendono enormi fuochi, i cosiddetti falò di San Giovanni, oppure si festeggia con le infiorate. L’accensione di falò nella notte tra il 23 ed il 24 giugno è comune a molti paesi dell’Europa, dall’Italia alla Spagna, dall’Irlanda alla Grecia, dalla Russia alla Norvegia, dalla Germania alla Svezia. Anche a Roma un tempo la festa di San Giovanni era molto sentita e le processioni con torce e lampade avevano come meta la Basilica di San Giovanni. In questa occasione si faceva anche rumore con trombette, campanacci e petardi.