Il superbonus miete ancora delle vittime: questa volta ad avere la peggio è il maxi sequestro ai danni dello Stato da parte di due società.
Sembra proprio non esserci pace per i lavori legati al Superbonus, l’accusa è quella che arriva nei confronti di due società che cosi come riporta Tgcom24, avrebbero simulato l’esecuzione di lavori finalizzati alla riqualificazione energetica e antisismica per ottenere indebitamente crediti d’imposta rientranti nel Superbonus 110%.
In particolare all’attenzione della Guardia di Finanza e dei carabinieri di Salerno sono finite due imprese, la Efficient Building Spa e la Polis Mathera Società Cooperativa Sociale, nei cui confronti è stato eseguito un decreto di sequestro.
Una situazione davvero incresciosa che probabilmente nessuno si sarebbe mai aspettato di trovare e che ha dato come frutto anche dei danni di non poca entità: l’importo complessivo confiscato alle imprese, l’una con sede a Trento, l’altra a Bernalda, in provincia di Matera, ammonta a circa 40 milioni di euro e cosi come si legge sulla nota ufficiale: “Le Fiamme Gialle della Compagnia di Battipaglia e i Carabinieri del Nucleo investigativo di Salerno ipotizzano una truffa ai danni dello Stato posta in essere da una società cooperativa, in qualità di committente, che ha in gestione parte del patrimonio immobiliare del Comune di Laviano, in provincia di Salerno, e una società appaltatrice, che avrebbe dovuto effettuare, anche mediante subappalto, gli interventi di riqualificazione sugli immobili”.
Superbonus, maxi sequestro ai danni dello Stato: “Abbiamo operato in legittimità”
“Sarebbe stato realizzato un sistema fraudolento basato sulla creazione di falsi crediti d’imposta poi ceduti, mediante l’esercizio dello sconto in fattura, alla società appaltatrice, a fronte di lavori mai eseguiti” sono queste le parole della Procura di Salerno.
Pare infatti che la mancanza dei crediti sia stata verificata proprio inseguito a degli accertamenti che si sono svolti sulle proprietà, stando alle carte pare infatti che i lavori in un primo momento si sarebbero dovuto svolgere su 300 unità abitative mentre gli interventi edilizi hanno riguardato solo una decina di unità, pur essendo stata garantita l’esecuzione di lavori per quasi 37 milioni di euro.
“Abbiamo operato in piena legittimità. Le notizie di stampa fanno riferimento a opere ultimate non considerando che il primo stato di avanzamento si concretizza con la realizzazione del 30% delle spese sostenute e non solo delle opere. Riteniamo, quindi, che tutti abbiamo operato in piena legittimità e nel rispetto delle norme vigenti” questa è la nota di difesa che è stata resa nota dalla Efficienti Building Spa.
A farle coro anche la seconda società, ovvero la Polis Mathera che rimanda al mittente ogni tipo di accusa, sottolineando come l’azienda ha reso disponibile agli inquirenti anche tutta la documentazione che appunta accerta il mancato coinvolgimento in quello che concerne la condotta e le acquisizioni che la Procura di Palermo, nel corso delle indagini, ha ritenuto illecite e fraudolente.