Il figlio dell’inventore dei droni russi (quelli che stanno uccidendo gli ucraini) e la sua vicenda a dir poco paradossale che sta facendo molto discutere
Se non è paradossale questa vicenda allora davvero poco ci manca. Tutto questo è collegata al conflitto che si sta combattendo in Ucraina, oramai arrivata al giorno numero 530 di conflitto. A lanciare questa clamorosa indiscrezione ci ha pensato direttamente il sito “iStories“, ovvero il sito web russo completamente indipendente e che è impiegato in giornalismo investigativo. Lo stesso che collabora con il settimanale svizzero, “Le Matin Dimanche“.
Protagonista di questo racconto un ragazzo di 23 anni: si tratta di Alexander Zakharov. Conosciuto anche come “Il nuovo Kalachnikov”, per aver inventato i micidiali droni kamikaze ‘Lancet’ dagli uomini di Vladimir Putin in questa guerra. A quanto pare sta svolgendo uno stage all’Onu. Udite udite: per come ci si occupa di disarmo. Sì, avete letto proprio bene.
Figlio inventore droni russi fa stage all’Onu su “disarmo”
L’agenzia protagonista è l’Unidir (Istituto delle Nazioni Unite) che si occupa, appunto, per la ricerca sul disarmo. Per sei mesi Lavrentiy Zakharov effettuerà questo corso. Prima di arrivare in Svizzera (ok il suo visto) aveva vissuto cinque anni in quel di Londra (con la madre Svetlana), con tanto di vista sul Big Ben. A quanto pare problemi economici non ne abbia affatto. A Londra ha ottenuto la laurea in Scienze politiche e sociologia.
Tanto da specializzarsi nelle questioni che riguardano i Paesi dell’Europa Orientale. Mentre il padre, che nel frattempo era diventato un affermato designer, creava questi droni della morte. Gli stessi che, poco prima del conflitto in Ucraina, sono stati utilizzati in Siria. Ovviamente il paradosso è servito ed in molti si chiedono come sia possibile tutto questo. A cercare di dare una risposta a tutto ciò ci ha pensato direttamente un ex diplomatico russo.
Si tratta di Boris Bondarev. Quest’ultimo lo scorso anno aveva presentato le proprie dimissioni dopo la polemica per via dell’aggressione in Ucraina. Queste sono alcune delle sue dichiarazioni: “E’ verosimile che Mosca abbia fatto pressione all’Onu per poter sistemare il giovane proprio in quella agenzia”. Anche perché proprio la Russia è uno di quei Paesi che finanzia, appunto, l’Unidir. Da una parte, quindi, il padre si occupa di costruire “morte” certa, mentre il figlio si occupa di come disarmare. Strano, vero?