Un imprenditore finisce nei guai dopo avere svuotato i conti della società e avere depredato la villa che aveva in gestione.
Si tratta di una situazione davvero incresciosa che ha appunto riguardato un imprenditore che adesso è finito nei guai dopo che gli è stato rinvenuto del denaro sul conto corrente, due polizze assicurative, un fondo pensione, partecipazioni societarie e beni immobili per un valore di oltre 860 mila euro.
Il tutto è stato sottoposto ad un sequestro preventivo da parte della Guardia di Finanza del gruppo Perugia al rappresentate legale di due società di Panicale operanti nel settore agricolo, indagato per reati fallimentari e tributari nonché autoriciclaggio.
Una situazione davvero incresciosa che ha avuto il suo principio proprio nel 2016 durante i primi accertamenti che si sono svolti da parte dei Carabinieri, poi nel 2018 la delega è passata alla Guardia di Finanza che ha fatto partire gli accertamenti riguardo all’appartamento comprato a Perugia e intestato alla figlia.
Imprenditore nei guai, adesso rischia davvero grosso
Insomma le indagini stanno andando avanti da ormai lungo tempo e adesso a rischiare grosso è proprio l’imprenditore che ha svuotato i conti della società e depredato la villa che stava gestendo.
Dalle indagini alla fine è venuto fuori la verificata fallibilità delle società che sono derivate dall’assenza di attività agricola e:”dalla circostanza che gli atti di disposizione del loro patrimonio le avessero private delle risorse necessarie a soddisfare le obbligazioni societarie nei riguardi dell’erario, il pubblico ministero ne chiedeva ed otteneva il fallimento, dichiarato dal tribunale di Perugia nel settembre del 2022, con la successiva contestazione dei reati fallimentari. La ricostruzione delle presunte condotte distrattive, consumatesi a partire dal 2015, e la accurata analisi delle numerose operazioni di investimento e disinvestimento hanno portato gli inquirenti a ipotizzare i reati di bancarotta fraudolenta, di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e di autoriciclaggio” queste le parole riportate dalla nota della Procura.