Quando è possibile non pagare la Tari, ovvero la tassa sui rifiuti? Entriamo nel vivo della questione e scopriamolo.
Per chi non lo sapesse, la Tari è la tassa sui rifiuti che ha come scopo quella di finanziare i costi che sono relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti dei comuni. Si tratta di una imposta che deve pagare qualsiasi persona che abbia locali o aree in condizioni di produrre dei rifiuti.
In linea di massima questa imposta viene divisa in tre rate che si devono pagare rispettivamente entro la fine di aprile, entro la fine di luglio, entro il 31 dicembre.
Eppure, ci sono dei casi in cui è possibili richiedere l’esenzione, ovvero casi in cui un nucleo familiare o un utente singolo si può trovare nella condizione di potere non pagare la tassa sui rifiuti.
Tari: in quali casi si può chiedere l’esenzione?
Una volta chiarito di che cosa stiamo parlando, come detto prima, ci sono dei casi in cui è possibile chiedere l’esenzione della tassa sui rifiuti. Se la casa non è utilizzata la Tari non va pagata. Ovviamente per poterlo dimostrare, un’abitazione deve essere senza utenze, come l’allaccio alla rete idrica, al gas o alla rete elettrica. La mancanza di tali utenze conferma che l’abitazione non è abitata e che, di conseguenza, non produce rifiuti. Oppure ancora un altro modo per dimostrare che la casa non è utilizzata, è la mancanza di arredo.
Altro elemento che conferma il mancato utilizzo della casa è l’assenza di arredo. Questi casi devono essere dimostrati al comune in cui insiste l’abitazione, e che invia la Tari.
Non vale lo stesso per la seconda casa, anche nel caso in cui questa abitazione venisse utilizzata per poco tempo, la Tari deve essere pagata lo stesso e in caso in forma ridotta. Per i non residenti, che vivono per la maggior parte dell’anno in un’altra casa, il comune è tenuto ad applicare una riduzione dell’imposta. Solitamente sono le delibere a stabilire in quale misura percentuale, diversamente, sarà necessario presentare ricorso.
Una domanda che infine sorge spontanea, riguarda le persone che vivono in affitto: la risposta infatti è contorta: per potere capire se la tassa vada pagata da condomino o proprietario si deve tenere conto del tempo di permanenza. L’inquilino è infatti obbligato a pagare la Tari in caso di detenzione di durata superiore a 6 mesi. In caso contrario, la tassa non è dovuta dall’utilizzatore, ma resta esclusivamente a carico del proprietario.