Il campione serbo, recordman di Slam vinti (24 grazie all’ultimo trionfo agli US Open), ha parlato soprattutto in difesa dei suoi colleghi meno vincenti: “Soprattutto all’inizio è molto complicato, ci sono giocatori che saltano tornei per mancanza di fondi. Così non va bene…”
È un problema che “non lo riguarda”, visti i risultati ottenuti nella sua carriera (storici) e i titoli conquistati. Sempre al vertice, Novak Djokovic, attualmente il tennista più rappresentativo del circuito maschile. Eppure si è “preoccupato” della situazione generale che tocca tantissimi suoi colleghi, di certo meno famosi e meno vincenti rispetto a lui.
Il serbo, oltre a essere il numero uno nella classifica Atp, è anche la voce più pesante del tennis. Spesso fuori dal coro, dichiarazioni poco convenzionali, a volte al centro delle polemiche per le sue considerazioni o scelte di vita (vedi per esempio la posizione contro i vaccini anti-Covid e la conseguente esclusione dagli Australian Open). Ma il campione, c’è da dirlo, non si è mai tirato indietro di fronte agli argomenti “scottanti”, come per esempio quello del salario dei tennisti. Non tutti sono Djokovic, non tutti hanno la possibilità di trionfare costantemente e quindi di partecipare a ogni torneo in programma sul calendario.
“All’inizio si hanno delle problematiche finanziare enormi. C’è il rischio di essere in un torneo e saltare quello successivo per mancanza di fondi“, ha detto Nole, interpellato sulla questione stipendi. Ha proseguito analizzando la situazione in modo più profondo. Il tennis è uno sport che a certi livelli possono permettersi in pochi: “Capisco perfettamente la fatica di chi è agli inizi della propria carriera. Gli atleti hanno da pagare anche i fisioterapisti, i viaggi, gli allenatori e i campi di allenamento, non è facile”.
Senza giri di parole, Djokovic ha definito un “fallimento” quest’aspetto che al momento sembra difficilmente risolvibile: “Sono circa 400 i tennisti che possono guadagnarsi da vivere grazie al tennis, una cifra molto bassa per uno sport globale come il nostro. È un fallimento!“. Insomma, dall’alto del suo record assoluto di Slam vinti (sono diventati 24 con gli ultimi US Open) non era affatto scontato parlare in questi termini.
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