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Tennis: Niky Pilic e il maxi boicottaggio di Wimbledon del 1973

Sono passati 50 anni dall’edizione che passò alla storia come l’ammutinamento dell’associazione giocatori contro la Federazione Internazionale

A Londra l’anno prima, nel 1972, era nata la Atp, Associazione tennisti professionisti che arrivò finalmente a mettere ordine e regole precise in uno sport vecchio quasi un secolo, cresciuto però tantissimo. Se eri professionista e quindi accettavi di giocare esibizioni ben retribuite, facendo del tennis un lavoro, non potevi andare a giocare nessun torneo organizzato dalla federazione.

Pilic e il boicottaggio di Wimbledon del 73 . Notizie.top –

Nikola Pilić, detto Nikki, è un  tennista jugoslavo degli anni 60 e 70, arrivato fino a occupare la sesta posizione del ranking mondiale, ha all’attivo 9 tornei vinti in carriera oltre a una finale persa al Roland Garros contro Nastase e una semifinale a Wimbledon. Ottimo doppista, ha vinto gli Us Open nel 1970 in coppia al francese Barthes.

Il 68 di Wimbledon

Il torneo di Wimbledon è da sempre considerato il più antico, il più affascinante e prestigioso tra i tornei dello Slam al mondo. La particolare superficie su cui si gioca, immutata nel tempo, i riti e le abitudini diventate regole non scritte, come la divisa rigorosamente bianca indossata dai giocatori durante le due settimane del torneo, fanno del torneo londinese un appuntamento imperdibile della stagione agonistica. Ma nel 1973 anche Wimbledon ha avuto la sua edizione particolare, rimasta indelebile per l’incredibile boicottaggio messo in atto da parte della maggior parte dei giocatori del circuito. Dopo la nascita della Atp nel 1972, che aveva riunito tutti i giocatori sotto una stessa sigla garantendo per loro la partecipazione a tutti i tornei organizzati in ogni parte del mondo dalla Federazione Internazionale, il 1973 si era aperto a un’altra svolta epocale. Grazie infatti alla battaglie cocciute dell’americana Bilie Jean King, le tenniste ottennero pari diritti, pari dignità e pari premi.

Il torneo più iconico al mondo – Notizie.top –

Tutti i giocatori diedero forfait

50 anni fa ci fu il famoso  boicottaggio che cambiò la storia di Wimbledon e del tennis. A innescarlo in apparenza fu la diatriba fra il croato Niki Pilic e la federazione jugoslava, ma in realtà fu il culmine della guerra fra ATP e la Federazione internazionale, e ben 79 tennisti si rifiutarono di giocare. Il problema era sempre lo stesso, la partecipazione dei vari tennisti a esibizioni ben pagate che però gli toglievano lo status di dilettanti precludendogli così la partecipazione ai tornei della Federazione. Infatti, il talentuoso giocatore slavo scelse di andare a giocare un’esibizione in Canada piuttosto che rispondere alla chiamata della sua nazionale per disputare la Coppa Davis.Grazie, ma non avete bisogno di me”, scrive ai suoi connazionali, che la prendono malissimo, così come anche l’ILFT che lo squalificò per 9 mesi. Gli organizzatori del torneo dovettero prendere atto della cosa e fallita l’ultima mediazione, l’ATP annunciò che settantanove giocatori, comprese dodici delle prime quindici teste di serie, avevano deciso di boicottare il torneo.

Il tabellone fu ridisegnato con ben 51 lucky loser che diedero vita a un torneo surreale che però registrò comunque un grande successo di pubblico. Dei giocatori più famosi dell’ATP a giocare furono tre. Ilie Nastase, che da furbo bastian contrario dichiarò che lo stesso dittatore Ceaucescu gli aveva scritto ordinandogli di giocare, l’idolo di casa Roger Taylor, contrastato tra il dovere di giocare in casa e la lealtà nei confronti dell’ATP e Jimmy Connors che, francamente, se ne infischiava di tutto. Facilitato dall’assenza di tutti i tennisti in sciopero si affacciò per la prima volta sull’erba di Wimbledon un algido svedese molto giovane: Bjorn Borg, ma questa poi sarà un’altra storia.

Mauro Simoncelli

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