Novità in vista grazie alla riforma fiscale sulla quale il governo Meloni è a lavoro ormai già da diverso tempo
La tredicesima, una gioia per molti lavoratori. E quest’anno potrebbe essere anche più bella. A fine anno infatti potrebbe esserci una grande sorpresa, che riguarda appunto una tredicesima più ricca. Questo potrebbe essere possibile grazie alla riforma fiscale sulla quale il governo Meloni è a lavoro ormai già da diverso tempo. Come riportato da Giornale.it, la riforma è anche già stata approvata poche settimane fa. Nel caso specifico, gli aumenti di cui parliamo si avrebbero grazie alla detassazione dell’ultima mensilità del 2023.
Tra le varie misure, quella sul tavolo dell’esecutivo riguarda la sforbiciata delle tasse sulle tredicesime per i redditi medio-bassi. Perciò questo cambiamento permetterebbe di avere un impatto sostanziale all’interno della busta paga dei lavoratori, e quindi assimilato dagli stessi in maniera più immediata rispetto alle altre misure su cui si è già a lavoro. A questo punto il punto da chiarire rimane soltanto uno: se fosse inserita in Manovra, la tredicesima detassata prenderebbe il via soltanto a partire dal 2024. Il governo però non ha intenzione di perdere tempo e vuole anticipare i tempi cercando le coperture adeguate.
Si sta parlando, per esempio, di togliere l’aliquota Irpef del 25% sui redditi che arrivano a 28mila euro, creando così il primo scaglione al 23%. Fatto ciò, i costi non risulterebbero così eccessivi e sicuramente le tasche dei lavoratori ne gioverebbero. Si tratterebbe infatti, come riportato da Il Messaggero, di un guadagno di 180 euro l’anno fino a 20mila euro. Il beneficio maggiore si avrebbe però per quelli che percepiscono 28mila euro annui, con 260 euro in più in busta paga. Oltre a ciò, bisogna anche considerare il taglio del cuneo per chi arriva a 35mila euro annui (pari al 6%), che cambia nel 7% per chi si trova a percepire stipendi inferiori a 25mila euro. È così che i benefici in busta paga variano da 75 euro fino a 108 euro per i lavoratori della fascia dei 35mila.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è stato chiaro, dichiarando al Meeting di Rimini che “in Italia occorre aumentare i salari. Sono troppo bassi e la formula migliore per fare questo in modo strutturale è il taglio del cuneo fiscale. E lo faremo anche nella prossima legge finanziaria“. Ha continuato, poi: “Rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale per incrementare i salari e invogliare i nostri giovani a cercare il lavoro“. Sull’argomento però è intervenuto anche il vicepremier Antonio Tajani, che ha spiegato che con la Manovra “dobbiamo gettare le basi per la crescita. Il primo intervento è il taglio del cuneo fiscale, in modo da aiutare sia i lavoratori che le imprese che producono lavoro“.
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