Un finale da film o da romanzo. Scegliete voi. Un finale che entrerà nella storia dell’Anversa, ma che sarà ricordato in maniera decisamente amara da quelli del Genk. La Jupiler League, massimo campionato belga, si è chiusa in modo folle…
Vince l’Anversa, o Royal Antwerp per dirla in fiammingo, lingua delle Fiandre, di cui la città è riferimento culturale ed economico.
Vince in modo clamoroso, folle, in una maniera che passerà alla storia del massimo campionato belga. L’ultima giornata del torneo, infatti, ha assunto i connotati di un vero e proprio thriller. A giocarsi il titolo, proprio negli ultimi novanta minuti della stagione, erano arrivate tre squadre: Union Saint-Gilloise, Royal Antwerp e Genk. Le prime due a quota 46, mentre il Genk era fermo a 45. L’ultimo turno del mini-torneo che avrebbe assegnato il titolo, che si giocava tra queste tre compagni e il Bruges (staccato però 13 punti), prevedeva si giocassero Genk-Antwerp e Union-Bruges. Rispettando la contemporaneità tra le due partite, quando il cronometro segnava l’89’, il Saint-Gilloise era in vantaggio 1-0 sul Bruges, mentre il Genk stava battendo 2-1 l’Antwerp: classifica che avrebbe premiato dunque l’Union Saint-Gilloise con 49 punti, beffando il Genk che si sarebbe fermato a 48 e l’Antwerp fermo a 46.
Ma nei minuti di recupero succede letteralmente di tutto. Prima pareggia il Bruges, quando mancano dieci secondi al 90’ e quindi l’Union scende a quota 47, con il Genk a quel punto campione a 48. Al 93’ di Union Saint-Gilloise-Burges, però, arriva anche l’1-2 del Bruges, a firma di Lang, che di fatto chiude le speranze dei gialloblu. Il Genk vede vicinissimo il titolo, mancano tre minuti di recupero dei sei concessi prima di festeggiare. Al 94’, però, ecco che il dio del calcio decide di metterci lo zampino. Da sinistra spiove nell’area del Genk il classico cross della disperazione, la difesa libera male e la palla finisce sui piedi di Bataille che vede arrivare il capitano, Toby Alderweireld (ex Tottenham) e lo serve di tacco. Alderweireld, però, è un difensore centrale, non ha piedi da numero dieci, da giocatore sopraffino.
Nonostante questo carica il destro, lascia partire una conclusione perfetta che s’incastona sotto l’incrocio dei pali e di fatto regala il titolo al Royal Antwerp, una gioia che al club di Anversa mancava da 66 anni. Lui, proprio di Anversa, tornato a casa dopo 15 anni in giro per l’Europa.
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