Vino, cinque falsi miti che lo riguardano

Esistono dei falsi miti che riguardano proprio il vino, dei particolari che è giunto il momento di smentire una volta per sempre.

Quante volte ci è capitato di sentire dire della cose che riguardano il vino e di crederci solo perchè è la tradizione che ha tramandato quella determinata cosa o perchè negli anni la cultura del vino ci ha fatto giungere a quella conclusione.

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Delle volte capita di affidarsi al web anche per potere in qualche modo affinare la propria conoscenza verso quelle che a tutti gli effetti sembrano essere le particolarità del vino, senza contare che esistono anche dei veri e propri corsi fatti da professionisti che ci spiegano tante cose.

Eppure, nonostante il passare degli anni e le tante novità arrivate su questo argomento, ci sono ancora dei falsi miti che lo riguardano e che forse è giunto definitivamente il momento di smontare.

Vino: ecco le credenze che in realtà sono da smentire

Bianco solo col pesce e rosso con carne

Retaggio storico degli anni ’70 e ’80 – sostiene Anesi – quando eravamo soliti cucinare in maniera più invasiva la materia prima. Credo che questo non abbia più modo di esistere, perché lo stile dei vini si è evoluto così come la cucina che ha cambiato l’approccio alle cotture” questo hanno detto gli esperti del settore e ancora: “Prima c’erano grandissime differenze strutturali tra vini bianchi e vini rossi ma oggi le tecniche di vinificazione che abbiamo imparato, l’uso più attento del legno, le macerazioni, le fermentazioni a bassa temperatura, l’estrazione del tannino con i vini rossi hanno rivoluzionato le vecchie regole. Oggi abbiamo elementi strutturali nei rossi e nei bianchi che permettono diverse soluzioni negli abbinamenti. Così i bianchi possono accompagnare le carni non troppo elaborate, e i rossi con una buona acidità, freschezza e delicata tannicità vengono scelti pure per i piatti di mare come pesci al forno”.

La temperatura ambiente nei vini rossi

Quello della temperatura ambiente è uno dei falsi miti più grandi del vino nei nostri viaggi ci capita spesso di trovare bottiglie servite a 20-30°C. I vini rossi possono essere serviti dai 12 fino ai 16°C per quelli più strutturati. Nei ristoranti si sbaglia spesso: e quando capita una situazione del genere bisogna subito chiedere al sommelier o al cameriere di far raffreddare la bottiglia per gustarla al meglio” spiega Stefano Paglia, sommelier e founder della pagina VINAGE à Trois, format sull’enoturismo condiviso insieme agli amici e colleghi Niccolò e Valentina

Il vino bianco ghiacciato

Al ristorante capita un sacco di volte gente che mi chieda Prosecco e Champagne molto freddi ‘se no non li bevo’ ma servire un vino troppo freddo è sbagliato per due motivi: la temperatura troppo bassa maschera profumi e aromi, inoltre se ci fosse un difetto nel vino non saremmo in grado di coglierlo”.

Spumante Brut sul dolce?

Un’altra battaglia portata avanti da Anesi e da altri colleghi sommelier è l’abbinamento tra spumante Brut e dolce (torta o altro dessert). Quante volte abbiamo visto questa combinazione nelle feste di compleanno? Ma “la dolcezza della preparazione – scrive su Instagram il sommelier trentino – va in netto contrasto con il gusto secco del vino”. In questo contesto l’abbinamento va costruito per analogia, quindi dolce su dolce. “Prova con una bollicina Demi Sec o con un passito con un dessert ci sta bene un vino dolce

Il rosato

Molte volte il vino rosato viene considerato un vino con poca dignità rispetto ai rossi e i bianchi e quindi destinato a contesti poco impegnativi. “Se prendiamo i vini rosati del sud Italia questi hanno delle caratteristiche molto vicine ai rossi importanti. Sia da un punto di vista olfattivo che di corpo. Spesso pensiamo al rosato come un vino da aperitivo o da bere in contesti frivoli, in realtà possono accompagnare grandi pietanze di struttura” questo ammette Tommaso Caporale, sommelier e giornalista direttore del concorso “Miglior rosato del Mediterraneo”.