E’ tempo della terza tappa alla Vuelta a Espana. Subito un arrivo in salita e i big che sono costretti a darsi battaglia.
Alla Vuelta i big non possono più nascondersi. Il primo arrivo in salita della corsa mette alla prova chi ambisce alla Maglia Rossa e anche la Jumbo, con Roglic e Vingegaard chiamati a dare dei segnali importanti per capire chi potrà essere il capitano.
In questa frazione non si vincerà assolutamente la Vuelta considerando che mancano ancora tre settimane. Ma sicuramente si potrà perdere e per questo motivo i big sono chiamati a non nascondersi e dimostrare la loro vera condizione.
Sono 158,5 i chilometri in programma da Suria ad Arinsal. Si tratta di una frazione divisa in due parti e destinata ad accendersi nel finale. La prima ascesa, infatti, inizia intorno al chilometro numero 120. Una ascesa di oltre 17 km con pendenza media del 7,7%, ma nei tratti iniziali si raggiunge anche il 10%. Il finale è assolutamente più semplice anche se gli ultimi metri al 5,5% potrebbero dare la possibilità di allungare.
Ma a fare la differenza quasi certamente sarà l’ultima ascesa con pendenze che nella parte centrale arriveranno anche al 13%. Insomma, una salita che metterà alla prova tutti i big e non ci resta che aspettare la corsa per capire bene come reagiranno i big.
La frazione odierna sembra dare spazio da subito i big. Le pendenze potrebbero dare una chance maggiore a Roglic rispetto ad Evenepoel, ma il belga è pronto a dare spettacolo e magari potrebbe decidere di attaccare sin dalla salita precedente. Attenzione anche a Vingegaard e Thomas, che sono pronti a sfruttare il finale per fare la differenza. La Ineos potrebbe sfruttare anche le caratteristiche di Bernal sull’ultima ascesa.
In casa Italia inutile dire che il finale della tappa è ideale per le caratteristiche di Damiano Caruso, che potrebbe avere il via libera per magari andare a cercare anche la Maglia Rossa. Curiosità di capire come si difenderà Andrea Piccolo su questa ascesa. Si tratta di un primo test importante per lui. Naturalmente sempre in chiave azzurra non possiamo non nominare Tiberi e Zana, due che in salita vanno molto bene.
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