Il Governo ha preso la sua decisione, si rischiano fino a 5 anni per chi istiga dal web a farsi del male. Comincia la linea dura.
Come era stato preannunciato già nelle scorse settimane, il Governo sta ragionando con grande attenzione sulla linea dura da mettere in pratica per potere punire chi maggiorenne o meno, esalta condotte illegali o istiga alla violenza postando dei video sui social e guadagnando attraverso le piattaforme digitali.
Si tratta del metodo migliore a cui l’esecutivo di Giorgia Meloni ha pensato anche per evitare che succedano della tragedie simili a quella che pochi giorni fa a Casal Palocco, a Roma, è costata la vita al piccolo Manuel.
In particolare dovrebbe concretizzarsi il disegno di legge anti-baby gang voluto fortemente dalla Lega di Matteo Salvini che è appena stato incardinato in Commissione Giustizia al Senato e che, nelle intenzioni del Guardasigilli Carlo Nordio, è destinato ad essere parte integrante di quella “Fase 2” della sua riforma che si auspica vedrà la luce entro la fine di quest’anno.
Insomma pare proprio che non ci sia alcun dubbio in merito al fatto che il Governo sia a lavoro per potere concretizzare questo nuovo reato che ha a che fare con il web e che proprio nei giorni scorsi è costata la vita ad un ragazzo.
A spiegarlo è il sottosegretario leghista Andrea Ostellari, che come riporta il Messaggero dice: “Il contrasto alla produzione e diffusione di video che esaltino condotte illegali è uno dei suoi punti qualificanti del disegno di legge. Il testo è stato cioè pensato per rispondere a un fenomeno emergente che riguarda minorenni che istigano alla violenza o a commettere reati attraverso i canali digitali. Alla luce del riflettore acceso (di nuovo) dalla tragedia di Casal Palocco e dalle sfide estreme postate in rete per ottenere qualche like senza tener conto dei rischi, ora si ragiona sull’estensione della fattispecie di reato prevista per i minori nel ddl a tutte le condotte illegali che vengano riprese e celebrate attraverso l’uso dei social, benché compiute da persone adulte, da cui ci si aspetterebbe una maturità che evidentemente non è scontata”.
E non finisce qua, sempre dalle sue parole si legge: “Non è quindi possibile escludere un vero e proprio giro di vite che modificherebbe l’articolo 414 del codice penale prevedendo una nuova fattispecie di reato. E cioè quello relativo all’istigazione a delinquere e all’apologia mediante strumenti digitali, per cui sarebbero previste pene da uno a cinque anni per tutti, maggiorenni e minorenni. La ratio dell’intervento è evitare l’effetto moda generato da chi compie bravate sul web”.
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